Roma, 25 giu – ‘No’ netto della SIFO (Societa’ Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie) alla distribuzione dei medicinali innovativi ad alto costo, come i farmaci biologici o antitumorali, da parte delle farmacie di comunita’ e ribadisce il ruolo di tutela nel corretto utilizzo, svolto dai farmacisti che operano negli ospedali e nelle aziende sanitarie.
"E’ pretestuoso – afferma la presidente Laura Fabrizio – pensare che la distribuzione attraverso le farmacie private ridurrebbe i costi: questi medicinali, infatti, nelle Aziende Sanitarie sono acquistati ad un prezzo scontato (prezzo ex-factory) stabilito dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), la loro gestione e’ attentamente tracciata e monitorata e l’erogazione ai pazienti non implica costi aggiuntivi perche’ non c’e’ nessun margine di guadagno come richiesto, invece, dagli esercizi privati.
Le terapie farmacologiche ‘innovative’, inoltre, necessitano di un monitoraggio intensivo sia del farmaco sia del paziente che solo l’ambiente ospedaliero puo’ garantire". "Cio’ – aggiunge Maria Grazia Cattaneo, Vice Presidente SIFO – richiede un progetto sistemico di corretta gestione dei farmaci, secondo procedure definite, dalla fase di prescrizione alla somministrazione al paziente, presidiando le fasi a rischio, nel rispetto dei bisogni e con attivita’ di monitoraggio circa la sicurezza e l’efficacia delle terapie".
"Solo professionisti altamente qualificati e specializzati possono gestire i farmaci innovativi ad alto costo – sottolinea Arturo Cavaliere, referente nazionale SIFO presso FOFI (Federazione Ordini Farmacisti Italiani) e Federfarma – la distribuzione in convenzione da parte degli esercizi privati, inoltre, creerebbe un aumento della spesa. Le farmacie aperte al pubblico si farebbero pagare dalla Regione una percentuale sul prezzo di cessione del farmaco per un servizio gia’ erogato, a iso risorse, da Farmacisti Ospedalieri e delle ASL altamente qualificati.
Solo i farmacisti delle aziende sanitarie locali e sanitarie possono garantire un monitoraggio capillare dei costi e dell’appropriatezza prescrittiva. In diverse Regioni, come ad es. nel Lazio, e’ utilizzata gia’ da tempo una piattaforma informatica che permette di controllare tempestivamente e puntualmente l’appropriatezza e il monitoraggio dei costi mediante il binomio medico prescrittore/farmacista ospedaliero. I dati di consumo di questi medicinali sono comunicati, contestualmente all’erogazione del farmaco, dal farmacista ospedaliero alla Regione, mediante apposito software".